Un caricatore per tutti gli smartphone

La Commissione Europea ha annunciato l’intenzione di voler obbligare tutti i produttori di smartphone a rendere la porta USB-C il caricatore universale per tutti i dispositivi elettronici. Ora la nuova legge deve essere approvata dal Parlamento Europeo.

Il fronte esecutivo della Commissione Europea, un anno dopo l’avvio della pratica per ridurre i rifiuti elettronici, ha deciso di proseguire nel proprio intento, cercando di ottenere in pochi anni un mercato caratterizzato solamente da dispositivi elettronici ricaricabili con il cavo USB-C.

Quindi, che tu abbia un iPad, uno smartphone Android, un MacBook o una console per videogiochi, non ti servirà più avere la casa piena di cavi o la valigia con almeno tre caricatori diversi per tre strumenti diversi. Saprai già che il cavo USB-C che hai trovato nella scatola dell’iPhone andrà bene anche per il computer o la fotocamera.

Anche gli adattatori dovranno essere gli stessi, per questo motivo, i produttori dovranno rendere interoperabili i loro standard di ricarica rapida. In questo modo, i clienti potranno acquistare dei nuovi dispositivi senza un ulteriore caricatore incluso.

Quello che serve ora è un voto del Parlamento Europeo per rendere ufficiale l’entrata in vigore della nuova disposizione. Nel caso in cui questo provvedimento venga adottato, cosa molto probabile visto l’ampio sostegno, i produttori avranno due anni per mettersi in regola.

Ma qual è l’obiettivo di questa norma?

L’obiettivo principale della norma è quello di ridurre la produzione di rifiuti elettronici: avendo un unico cavo per tutti i dispositivi, ed eliminando i vecchi cavi, si proverà a ridurre il carico da 12,6 milioni di tonnellate di spazzatura elettronica registrata nel 2016.

I cambiamenti riguardanti questo tema sono stati enormi: nel 2009 avevamo 30 modelli diversi di caricabatterie in circolazione, oggigiorno siamo arrivati a 3 modelli in commercio. L’introduzione di un unico caricatore universale dovrebbe, secondo i dati già registrati, determinare vantaggi economici per i consumatori, ed una riduzione degli scarti elettronici.

Cosa ne pensa Apple?

Apple attualmente è l’unica azienda che produce telefoni con caricatori diversi da USB-C. Infatti, sarebbe anche l’unica azienda a rimetterci, perché si vedrebbe costretta a rinunciare al suo storico connettore lightning sui propri smartphone. Apple aveva già da anni introdotto nei MacBook e iPad l’USB-C, ma se ha deciso di non farlo negli ultimi anni probabilmente è perché non la ritiene la soluzione migliore per i suoi iPhone.

cavetto lightning

Quindi, l’azienda della Mela potrebbe aggirare facilmente la norma della Commissione dicendo addio non solo al lightning, ma anche a tutte le altre tipologie di connettore, scegliendo solamente la ricarica wireless. D’altronde, è stato proprio il commissario Ue, Thierry Breton, a specificare in conferenza stampa che la nuova legge non si applica ai dispositivi che utilizzano solo ricariche wireless, per cui potrebbe essere la manovra ideale per l’azienda di Cupertino.  

Nel mentre, Tim Cook, CEO del colosso Apple, ha dichiarato: “Rimaniamo preoccupati che una regolamentazione rigorosa che imponga un solo tipo di connettore soffochi l’innovazione anziché incoraggiarla, il che a sua volta danneggerà i consumatori in Europa e nel mondo”, aggiungendo che una mossa di questo tipo rischierà di creare nuovi rifiuti tecnologici, visto che costringerà le persone a buttare via i propri accessori lightning già presenti nelle loro case.

Cosa ne pensano gli altri?

Tim Cook non è l’unico ad avere questa opinione, altre associazioni a tutela dei consumatori affermano: “Si tratta di un vantaggio solo apparente, perché i produttori di telefonini potrebbero rifarsi dei minori guadagni derivanti dalla decisione dell’Ue aumentando i prezzi al dettaglio dei propri prodotti e rivalendosi quindi sui consumatori. Non a caso contro il caricabatterie universale la prima società ad attivarsi è stata Apple, con un apposito studio secondo il quale la misura determinerebbe un aggravio dei costi per i consumatori stimato in 1,5 miliardi di euro”.

Questi sforzi per cercare di accomunare i connettori tra i produttori di smartphone da parte dell’UE risalgono a 10 anni fa, quest’ultima era riuscita a portare molti produttori sulla via della micro-USB, che successivamente si è trasformata in USB-C, ma senza comunque raggiungere un unico connettore universale. Anzi, il risultato raggiunto fu quello di separare il trasformatore dal cavetto, dandoci la possibilità di cambiarlo e utilizzarlo con dispositivi differenti.

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